Estrazione possibile dagli indici di nascita e matrimonio

Fondamentale, però, che l’istanza abbia finalità di ricerca storica

Estrazione possibile dagli indici di nascita e matrimonio

Via libera all’accesso pieno agli indici decennali di nascita e matrimonio in possesso del Comune. A patto, però, che vi sia l’interesse pubblico alla conoscenza di tali documenti contenenti anche dati personali. Questo il chiarimento fornito dai giudici (sentenza 2292 del 2 ottobre 2024 del Tar Veneto), i quali hanno dato ragione ad un privato cittadino che aveva chiesto ad un Comune l’accesso agli indici decennali di nascita e matrimonio dal 1871 e il 1901, specificando di volere effettuare estrazione di copia fotostatica o fotografica dei dati, e che invece si era visto riconoscere solo la sola consultazione dei documenti, alla presenza, però, dell’ufficiale dello stato civile. In ballo, quindi, nel caso specifico, non il diritto di accesso ai documenti richiesti – facoltà, questa, già riconosciuta dal Comune –, bensì la modalità con cui la pretesa ostensiva debba trovare soddisfazione. Su questo fronte i giudici chiariscono – in relazione alla conoscibilità dei registri, trascorsi settant’anni dalla loro formazione – che deve essere riconosciuta l’accessibilità ai documenti per finalità di ricerca storica, in ragione delle rilevanti finalità di pubblico interesse che vi sono sottese, con la precisazione che, qualora contengano dati personali, questo è possibile nei limiti in cui sia dimostrato che la loro conoscenza è strettamente necessaria in relazione alle finalità della ricerca svolta. In questa ottica la richiesta ostensiva è stata giustificata, annotano i giudici, da esigenze di ricerca storica: in particolare, uno studio sul fenomeno dell’emigrazione dal Veneto verso i Paesi del Sud America alla fine del XIX secolo, e la finalità di tale studio, come specificato nell’istanza di accesso, è di rendere disponibili i relativi risultati on line e di raccoglierli in una pubblicazione a stampa, da distribuire, senza fini di lucro, in Italia e in Brasile, in modo da permettere a tutti di capirne la rilevanza, come pure permettere ai discendenti di coloro che partirono oltre cento anni fa di ritrovare le proprie origini e magari visitare la terra dei propri avi. Tirando le somme, quindi, ora è onere del Comune consentire al privato cittadino l’accesso agli indici richiesti, anche attraverso l’estrazione di copia, con le modalità ritenute più congrue ai fini della conservazione dei supporti documentali, chiosano i giudici.

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