Assegno divorzile all’ex moglie che ha fatto la casalinga per anni e così ha agevolato la carriera del marito

Rilevante anche l’oggettiva impossibilità per la donna di superare la disparità economica attraverso un collocamento nel mondo del lavoro, collocamento estremamente difficile in ragione della bassa scolarizzazione e dell’età

Assegno divorzile all’ex moglie che ha fatto la casalinga per anni e così ha agevolato la carriera del marito

L'assegno divorzile, oltre alla eventuale componente assistenziale, ha funzione compensativa-perequativa volta a riequilibrare le disparità economico-patrimoniali createsi a seguito dello scioglimento del matrimonio. Tale componente può essere riconosciuta al coniuge economicamente più debole che abbia contribuito alla conduzione della vita familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale dell'altro coniuge, anche in assenza di specifiche rinunce professionali, quando sussista un significativo divario economico tra i coniugi. In questa ottica, la prova del contributo può essere data con ogni mezzo, anche mediante presunzioni, valorizzando elementi quali la durata del matrimonio, la ripartizione dei ruoli familiari e le scelte condivise della coppia. Questi i punti fermi fissati dai giudici (ordinanza numero 7011 del 16 marzo 2025 della Cassazione), i quali hanno perciò confermato, a chiusura della vicenda presa in esame, l’obbligo di un uomo nei confronti dell’ex moglie, ossia versarle ogni mese un assegno da 1000 euro. Nello specifico, accertato lo dello squilibrio patrimoniale e reddituale tra l’uomo e la donna, con quest’ultima in una posizione di debolezza, è emerso il contributo dato alla famiglia dall’ex moglie nel corso del matrimonio e si è appurata l’oggettiva impossibilità per lei di superare la disparità economica attraverso un collocamento nel mondo del lavoro, collocamento estremamente difficile in ragione della bassa scolarizzazione e dell’età. Ancora più in dettaglio, la donna ha investito il tempo nel ruolo di moglie-madre per circa venti anni seguendo il marito insieme alle figlie nei suoi spostamenti legati alla carriera militare, circostanza che non le ha permesso di svolgere una attività lavorativa, unitamente alla mancanza di un titolo di studio spendibile nel mercato del lavoro. E la suddivisione dei ruoli all’interno della famiglia è stata, annotano i giudici, frutto di una decisione condivisa: in sostanza, la scelta della donna di dedicarsi alla cura della famiglia e della casa è stata presa congiuntamente da lei e dal marito, e così facendo lei ha, in sostanza, promosso e facilitato la carriera lavorativa del marito, ed i suoi progressi di grado (con i conseguenti miglioramenti economici).

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